Sabato 6 aprile, alle ore 20.30 nella prestigiosa sede del Teatro del Casinò di Sanremo, sarà ospite del Festival della Parola Reloaded Walter Veltroni, che parlerà delle sue molteplici attività artistiche, dai recenti docufilm su Fabrizio De André e Lucio Dalla a “La condanna”, il nuovo racconto sulla ferocia pubblicato con Rizzoli.
Durante l’incontro, moderato da Massimo Poggini ed Emilio Targia, Veltroni riceverà l’autorevole Premio Ambasciatore della Parola 2024, che il Comitato scientifico ha deciso di assegnare ad una personalità autorevole e di spicco, che si è distinta sin da giovanissima sia nel mondo politico che in quello della cultura nazionale.
Una carriera iniziata ventunenne come consigliere comunale, per poi diventare deputato, direttore dell’Unità, Ministro per i Beni Culturali, Sindaco di Roma e Segretario del PD, fino alle dimissioni nel 2008. Da quel momento intraprende esclusivamente la strada dell’impegno culturale, come scrittore di narrativa e romanzi di notevole successo e come regista cinematografico e televisivo, fino ai docufilm musicali su De Andrè e su Dalla.
Nel suo ultimo intenso romanzo “La condanna”, è stato capace di raccontare un passato ancora attuale, in cui possiamo leggere in controluce – e forse decifrare, un passo alla volta, insieme al protagonista – il presente in cui viviamo.
Il protagonista Giovanni ha ventiquattro anni e ha coronato il suo sogno, quello di lavorare nella redazione di un quotidiano. Intorno a sé, però, ha soltanto colleghi più anziani, ormai apatici, storditi da un mestiere sempre più in crisi. Tranne uno, Sergio Fabiani, caposervizio della cultura, che gli affida il compito di scrivere un pezzo su Donato Carretta, direttore del carcere di Regina Coeli, linciato in modo selvaggio dalla folla nel settembre 1944. Il giovane giornalista si immerge allora nella ricerca e nello scavo: sotto la guida paterna di Fabiani, Giovanni ci porta sui luoghi che furono teatro del fatto – il Palazzo di Giustizia, il Tevere, Regina Coeli –, ci mostra le testimonianze di chi quel massacro l’ha visto e documentato, e ce lo restituisce in un racconto vivido, crudo, reale. Chi era Carretta? Un fascista o un antifascista? Oppure uno della “zona grigia”? Con la precisione del reporter e l’abilità dello scrittore, Giovanni ricostruisce la storia di una condanna controversa, brutale, di certo ingiusta. Indagando le pulsioni e la rabbia che agitano la folla di quel settembre 1944 rivede, nella Roma liberata dal fascismo e dall’occupazione nazista, gli strepiti e i livori che si muovono, velenosi, nelle relazioni di oggi, nella comunicazione, sui social.