Sabato 6 aprile, alle ore 18, sempre nella Sede del Club Tenco, seguirà la presentazione del libro “La versione di Cochi” di Aurelio “Cochi” Ponzoni e Paolo Crespi, (Baldini+Castoldi). L’incontro sarà moderato da Massimo Poggini
«Tutta la storia» per i lettori di più generazioni di fan, dagli orfani del mitico Derby Club ai giovani spettatori delle ultime avventure, non solo teatrali, del protagonista.
Sessant’anni di spettacolo, sessant’anni di teatro, cabaret, cinema, tv, sessant’anni nell’immaginario degli italiani. Pur se strettamente legata, nella popolarità di un pubblico vastissimo, a quella del socio e amico di una vita Renato Pozzetto, la carriera di Aurelio «Cochi» Ponzoni ha preso abbastanza presto strade diverse, sia per quanto riguarda il cinema, sia a teatro. Qui, in particolare, la personalità di Cochi ha avuto modo di esprimersi, già a partire dagli anni Settanta del secolo scorso, in tutta la gamma dei registri e delle situazioni, in ruoli tradizionali, mai scontati, e in altri più sperimentali, intrapresi grazie a un’insaziabile curiosità intellettuale.
Il libro, scritto con la collaborazione di Paolo Crespi, è un memoir che trascina il lettore nella vita di Cochi a partire dai ricordi d’infanzia e della guerra fino alle avventure artistiche più recenti, aprendo squarci inediti sulla vita di una delle personalità più note e riservate della scena italiana.
AURELIO ‘COCHI’ PONZONI nasce a Milano l’11 marzo 1941. Il sodalizio con Renato Pozzetto comincia quando ancora gattonavano, dato che i suoi genitori e quelli di Pozzetto erano amici.
Il debutto del duo “Cochi e Renato” avviene al Cab 64, per poi approdare al mitico Derby, dove con Jannacci, Lauzi, Toffolo e Andreasi per quasi dieci anni fanno la storia del cabaret italiano. Il debutto in tv avviene nel ’68, con “Quelli della domenica”. Le loro strade poi si divideranno: per Cochi, dal ’76 in poi, ci sarà il cinema d’autore e, dal ’79 ai giorni nostri, una lunga serie di progetti teatrali.
PAOLO CRESPI nasce a Milano il 23 ottobre 1957. Nei primi anni ‘80, mentre prepara la tesi in storia del teatro, muove i primi passi nel giornalismo, occupandosi di spettacolo e cultura. Dopo un paio d’anni all’Ansa, alla vigilia della caduta del Muro di Berlino passa ai periodici della Mondadori, dove lavora fino al 1995. Da allora intraprende la carriera di freelance, scrivendo soprattutto di innovazione tecnologica, turismo, musica e teatro. È editor per case editrici e privati. Tra le pubblicazioni a suo nome, “Io Vorrei. La lezione di Giovanna Marini”.